Martedì 9 febbraio 2016, nel corso dell’International Petroleum Week tenutasi a Londra, il Chief Development Operations & Technology Officer di ENI Roberto Casula ha dichiarato
che: “alla fine il mercato del petrolio riuscirà a trovare un nuovo equilibrio. Stiamo sperimentando cosa significhi non avere più un Regolatore: la recente decisione dell’OPEC di non tagliare la produzione ha rotto gli equilibri tradizionali”, sottolineando anche che: “agli inizi erano le grandi compagnie petrolifere internazionali a controllare la domanda e l’offerta e quindi il prezzo. Più avanti questo ruolo lo hanno avuto le National Oil Companies e poi l’OPEC. In questi ultimi anni si è poi sommato l’effetto della produzione “unconventional” degli Stati Uniti, senza dimenticare l’impatto sensibile del mercato dei derivati sulle dinamiche di prezzo ”.
L’industria, ha evidenziato Roberto Casula, sta reagendo con il taglio costi sia sull’esplorazione sia sui nuovi progetti creando le premesse per una futura incapacità a rispondere alla crescita della domanda. Ma nonostante ciò, emerge un aspetto positivo: avere prezzi del petrolio bassi “potrebbe essere l’incentivo di cui aveva bisogno nell’industria per recuperare efficienza e produrre energia in modo più sicuro, pulito e con meno costi”. Il manager ha quindi spiegato ai delegati presenti al panel di discussione come il gas naturale combinato con le energie rinnovabili sia l’unico modo perché ci sia un significativo impatto positivo sul cambiamento climatico. Il gas naturale fornisce circa il 25% dell’energia globale, ma ci si aspetta che cresca fino al 35% entro il 2035, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, che ha sede a Parigi.